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Lavorare sino a 13 ore consecutive per 40-50 euro lordi al giorno

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cpb_supermercati0.jpgNegli ipermercati e supermercati italiani si sente sempre di più presente la figura del cosiddetto promoter, ovvero lavoratrici e lavoratori che, soprattutto nel fine settimana, promuovono con diverse modalità alcuni tra i prodotti in vendita. Oltre a proporre pannolini e formaggi, vini e detersivi, tra le attività dei promoter vi è anche l’allestimento degli scaffali coi prodotti di un determinato fornitore, di cui non sono però dipendenti, così come non sono dipendenti del supermercato in cui operano.

Segue:

L’utile di Ubi Banca riguardante il primo trimestre 2010 è aumentato del 56,6%

È partito ufficialmente a Milano il primo negozio Blockbuster ideato secondo un nuovo concept

Finmeccanica leader mondiale che opera principalmente nei settori aerospazio

Profondo rosso per British Airways

Symantec ha portato a termine un accordo per l’acquisizione di VeriSign

Le relazioni economiche tra Svizzera ed Area Euro tornano al centro del dibattito economico elvetico

Dopo aver fatto registrare un risultato netto negativo nel quarto trimestre del 2009 il Banco Popolare

Il succo d’arancia ha toccato i massimi storici nel periodo tra il 2006 e il 2007

Il comparto biotecnologico in Italia si presenta solido, strutturato e molto efficiente

La Malesia sta diventando una delle destinazioni più richieste in Asia

Automobili Lamborghini sono main sponsor dello stand della città di Bologna all’Expo Shanghai

Lo Stato italiano ha ricavato dalle stazioni di servizio

Il rapporto di lavoro, “occasionale” anche quando dura da 10 anni, è con le agenzie. Da rilevare che nel settore trionfano le retribuzioni irrisorie che variano tra 40-50 euro lordi al giorno in base soprattutto agli obiettivi raggiunti, la modesta retribuzione di un promoter viene definita con contratti individuali, che prevedono il pagamento fino a 90 giorni dalla prestazione. Quando l’attività cessa, poi, di solito questi tempi si dilatano all’infinito, e diventa necessario rivendicare tramite il sindacato le proprie spettanze. Molto spesso però la fitta ragnatela di aziende che appaltano e subappaltano tra di loro rende impossibile il recupero del dovuto. Da evidenziare che gli orari di lavoro sono massacranti sino a 13 ore consecutive al giorno e spesso manca la sicurezza sul lavoro.

Ubi 2_medium.jpgL’utile di Ubi Banca riguardante il primo trimestre 2010 è aumentato del 56,6%, se confrontato con quello ottenuto nei primi tre mesi del 2009. Questo risultato non è però soddisfacente dal momento che non è il frutto di un aumento dei proventi operativi, che al contrario si sono ridotti del 14%, né di un taglio dei costi, pressoché stabili rispetto al periodo di raffronto. Il miglioramento è invece stato generato da una minore incidenza fiscale e dall’abbattimento delle rettifiche di valore per deterioramento di attività/passività. La voce relativa alle svalutazioni creditizie invece rimane elevata, 131,8 milioni di euro (era pari a 159,5 milioni nei primi tre mesi dello scorso esercizio), anche se più che dimezzata rispetto all’ultimo trimestre 2009. Tra marzo e aprile dello scorso anno le quotazioni di Ubi Banca hanno conosciuto una notevole accelerazione al rialzo ma dopo aver raggiunto l’area dei 12 euro hanno ripreso il cammino ribassista che ora ha eroso più del 60% dei guadagni compiuti in quei due mesi. L’incontro con la trend line ribassista di lungo periodo ha fornito lo spunto per un nuovo ritracciamento, che la crisi europea e i dati di bilancio hanno aggravato. Si valuta che l’assunzione di posizioni long sul titolo debba essere vincolata ad un segnale di forza da parte dei prezzi. Questa indicazione verrebbe fornita nel caso in cui i prezzi riescano a superare la resistenza dei 9 euro. L’obiettivo della strategia è il raggiungimento dell’area dei 10 euro.

blockbuster.jpgÈ partito ufficialmente a Milano il primo negozio Blockbuster ideato secondo un nuovo concept che prevede anche la presenza di un distributore automatico (noleggio di un film in Dvd o Blu-Ray alla tariffa di 2,50 euro per 24 ore). Una novità assoluta per la catena, annunciata durante la convention dello scorso settembre 2009. Inoltre, il distributore automatico dello store presenta anche l’alloggiamento per chiavetta Usb ove poter trasferire i film. Lo store milanese si trova in via Bolzano-angolo V.le Monza, propone al suo interno lo spazio Game Rush dedicato videogame, oltre all’area noleggio e a uno spazio tematico per i titoli Blu ray.

RizziconiEnergia_04apr08.jpgFinmeccanica leader mondiale che opera principalmente nei settori aerospazio, difesa e sicurezza, possiede particolari competenze nell’elicotteristica e nell’elettronica per la difesa, oltre a fornire prodotti e componenti nei settori dell’energia e dei trasporti. Il settore difesa e sicurezza ha contribuito nel 2008 per il 36% dei ricavi, elicotteristica e aerospazio per il 43%, energia e trasporti per il 21%. Proprio questo posizionamento ha costituito la forza di Finmeccanica a partire dall’attentato alle Torri Gemelle del 2001, e può permettere alla società di mantenere un trend di sviluppo; ciò nonostante il continuo indebitamento dei governi occidentali potrebbe indurre tagli di spesa nel settore della difesa. Si tratta più di un timore in prospettiva che di un fenomeno reale, dato che il portafoglio ordini 2010 presenta un, seppur frazionale, aumento rispetto al 2009, anno in cui si è registrato un incremento degli ordini del 5% rispetto al precedente. Da segnalare anche la firma da parte della controllata Ansaldo Energia di un memorandum con EDF ed Enel per lo sviluppo del nucleare in Italia. A livello di bilancio, il 2009 si è chiuso con un utile netto consolidato di 718 milioni di Euro, in aumento del 16% rispetto all’anno precedente, grazie a ricavi in crescita del 21%; l’Assemblea degli azionisti ha quindi approvato il pagamento al 27 maggio di un dividendo di 41 centesimi, a fronte di un utile per azione di 1,134 Euro. Del resto, la corsa dell’indice che ha messo a punto un rialzo di oltre il 200% rispetto ai minimi di fine 2008, il che rende possibile l’ipotesi di una, seppur momentanea, correzione nel prossimo periodo. ha portato il titolo in prossimità dei supporti di lungo termine, la presenza nell’area compresa tra 9 e 10,5 confina l’operatività in un’ottica di trading; mentre interessanti spinte direzionali si potranno sviluppare alla fuoriuscita dalla zona di andamento laterale. La recente volatilità dei mercati la spinta verso l’energia rinnovabile, il mondo ha una fame d’energia insaziabile. Questo appetito deriva dal crescente benessere di molti Paesi emergenti – dove abita la maggior par te delle persone – e dimostra come soprattutto le fonti a basso costo, come il carbone, troveranno facilmente degli acquirenti. Nel breve termine, però, si deve anche segnalare il fatto che un rallentamento dell’economia cinese – si veda la sezione dedicata alla Malaysia – colpirebbe i produttori di carbone in prima linea. La Cina consuma circa il 40% del carbone prodotto a livello mondiale, rendendo la sua economia il fattore di maggiore importanza per questo mercato.

BA-682_991940a.jpgProfondo rosso per British Airways. L’esercizio fiscale terminato il 31 marzo 2010 ha evidenziato perdite complessive per 425 milioni di sterline, in netto peggioramento rispetto ai 358 milioni dell’anno precedente. Il risultato della compagnia aerea britannica è comunque migliore delle attese degli analisti che prevedevano perdite per circa 470 milioni. Il fatturato ha registrato un calo pari all’11% a 7,99 miliardi di sterline. Nel frattempo il sindacato britannico Unite ha annunciato cinque giorni di sciopero a partire da lunedì 24 maggio, del personale di cabina della British Airways. L’Alta corte aveva cancellato l’ingiunzione che lunedì scorso aveva bloccato gli scioperi. Quello che parte lunedì non è il primo stop lungo: azienda e lavoratori sono infatti da mesi in lotta per questioni relative al cambiamento delle condizioni di lavoro e ai contratti per i nuovi assunti, giudicati ingiusti dai sindacati.

Symantec_1200x1200.jpgSymantec ha portato a termine un accordo per l’acquisizione di VeriSign, azienda presente nel mercato della protezione dell’identità e dell’autenticazione, che include il Secure Sockets Layer (SSL) Certificate Services, il Public Key Infrastructure (PKI) Services, il VeriSign Trust Services e il VeriSign Identity Protection (VIP) Authentication Service. Secondo i termini dell’accordo, Symantec acquisterà determinate azioni da VeriSign, inclusa la maggioranza delle azioni di VeriSign Giappone, per un prezzo di acquisto di circa 1,28 miliardi di dollari cash. Symantec si aspetta che la transazione avvenga a 9 cents diluiti sugli utili non-GAAP per azione nell’anno fiscale 2011, dovuti al prezzo di acquisto contabilizzato sulla riduzione del fatturato differito, e che cresca sugli utili non-GAAP per azione nel trimestre di settembre 2011. La combinazione dei prodotti e i servizi di sicurezza VeriSign, riconosciuto come uno dei più fidati brand on line con le soluzioni di sicurezza di Symantec, nonché la vasta distribuzione sul mercato, consentiranno a Symantec di diffondere la propria visione di un mondo virtuale dove le persone possano avere un accesso alle proprie informazioni semplice e sicuro, ovunque esse siano. Il marchio di controllo di VeriSign è il simbolo di fiducia on line più riconosciuto con più di 175 milioni di impression ogni giorno su più di 90mila siti in 160 paesi. L’accordo è sottoposto alle condizioni di chiusura, inclusa l’approvazione del garante, e dovrebbe chiudersi nel trimestre di settembre.

MI-AV554_MONET__G_20090312153653.jpgLe relazioni economiche tra Svizzera ed Area Euro tornano al centro del dibattito economico elvetico, con la strada del bilateralismo che non sembra essere dotata di valide alternative. La Svizzera è un partner economico interessante per l’UE, il secondo per ordine di importanza. Anche se la via bilaterale diventasse più complicata, Economiesuisse – l’organizzazione mantello dell’economia svizzera – si impegna a favore di negoziati mirati in settori che presentano un interesse per le due parti. Un processo di convergenza che sembra essere anticipato anche dagli operatori dei mercati valutari, con il cross Euro/Franco Svizzero che si allontana sempre più dal livello di equilibrio di medio termine posizionato in prossimità di 1,55. Quando si giunge a sfondi operativi come quello che riguarda il cross Euro/Franco Svizzero non è possibile mettere in evidenza scenari tecnici degni di rilievo. La tendenza è sicuramente ribassista ed il livello di ipervenduto riscontrabile sugli indicatori algoritmici giustifica soltanto l’importanza del movimento in essere. In un momento di tensione come quello che ha riguardato la crisi greca i parametri tradizionali relativi alle monete rifugio, come il Franco Svizzero, sono tornate pienamente in auge nonostante i tentativi della Banca Centrale Elvetica di frenare il rafforzamento valutario. Operativamente riteniamo interessanti le operazioni short alla rottura del minimo a 1,40.

C_52_PG_Multimedia_IMG_11_ImmagineGrande.jpgDopo aver fatto registrare un risultato netto negativo nel quarto trimestre del 2009 il Banco Popolare torna all’utile grazie soprattutto all’elevato “Risultato Netto Finanziario”. Se però i risultati vengono confrontati con quanto realizzato nei primi tre mesi dello scorso anno l’analisi che emerge non è positiva. I proventi operativi e il risultato della gestione operativa sono in calo rispetto ad un anno fa e sono sostanzialmente in media con quanto ottenuto nei quattro trimestri 2009. Anche per quanto riguarda le rettifiche di valore su crediti si può osservare che il loro ammontare si è fortemente contratto rispetto all’ultimo periodo del precedente esercizio ma è superiore a quanto riportato nelle prime due trimestrali del 2009. Per affermare che la crisi è superata occorrerà pertanto attendere maggiori segnali di distensione da parte del conto economico. Il supporto a 4,40 euro che nel luglio 2009 e a febbraio di quest’anno aveva rilanciato gli acquisti arrestando i movimenti di storno non è stato sufficiente di fronte al panico che ha investito i mercati nelle scorse settimane. Le quotazioni sono scese fino a 4 euro prima di rimbalzare. L’impostazione dei corsi rimane negativa e l’operatività sul titolo è resa difficile dall’elevata volatilità. È raccomodato di attendere un segnale di forza prima di assumere una posizione long sul Banco Popolare. Tale indicazione giungerebbe con il superamento della resistenza a 4,75 euro. Target a 5 e 5,20 euro.

42-23926756.jpgIl succo d’arancia ha toccato i massimi storici nel periodo tra il 2006 e il 2007, superando facilmente la soglia dei 2 Dollari per libbra, prima di subire ben due anni di forte ridimensionamento delle quotazioni. Alla fine del periodo ribassista, dopo un calo di circa il 70% rispetto ai massimi, i prezzi raggiunsero i 70 centesimi per libbra, un livello da identificare come supporto di lungo termine. Il conseguente rialzo ha portato le quotazioni fino a sfiorare la soglia di 1,50 Dollari, una zona di prezzo non molto distante rispetto ai prezzi attuali; il superamento definitivo della resistenza a 1,50 Dollari potrebbe aprire la strada verso 1,80 Dollari, mentre il livello di 1,20 Dollari può rappresentare un supporto di breve termine. Il motivo dell’andamento altalenante del succo d’arancia è da ricercarsi in diversi fattori. Alla base del rialzo di qualche anno fa, si può sottolineare il declino secolare dei terreni coltivati ad aranci, il diffondersi di malattie come i “canker” – che impediscono la maturazione della frutta – ma non mancarono alcuni fattori meteorologici – soprattutto gli uragani – oltre agli elevati costi per mantenere le piantagioni. Il crollo degli ultimi due anni, invece, è stato determinato sia dalle condizioni meteorologiche più favorevoli, sia dalla sensibile riduzione della domanda nel corso della crisi economica. Esaminando, invece, lo stato del mercato in questo momento si scopre che, negli Stati Uniti, il declino dei terreni coltivati ad aranci è continuato anche nell’ultimo periodo. Secondo i recenti dati resi disponibili dalla FAO, invece, siamo di fronte a una ripresa dell’area dedicata alla coltivazione degli aranci in Brasile, il principale produttore di arance e di succo d’arancia, che rappresenta circa il 32% della produzione mondiale. Gli ettari coltivati in Brasile sono passati da 805.665 nel 2005 a 832.913 nel 2008, con un incremento del +3,4%; tuttavia occorre rilevare che tali cifre restano molto al di sotto dei livelli del 1999 (circa -19%) quando gli ettari coltivati furono 1.027.079. Dal lato della domanda, invece, risulta difficile reperire dei dati sui consumi mondiali di succo d’arancia, ma si può sottolineare che, dopo un lungo periodo di consumi in calo negli Stati Uniti, fenomeno accentuato anche dalla crisi economica del 2007/08, si sta assistendo nell’ultimo periodo a una stabilizzazione dei consumi. Il miglioramento del profilo della domanda, combinato con le quotazioni ancora insufficienti per aumentare i terreni dedicati alla coltivazione degli aranci negli USA dovrebbe sostenere i prezzi anche a livelli più elevati rispetto a quelli attuali. Altri fattori di breve termine, secondo gli esperti, potrebbero contribuire alla spinta rialzista: la gelata di gennaio in Florida ha ridotto il raccolto USA di circa il 10% rispetto alla scorsa stagione. A ciò, si aggiungono le recenti notizie provenienti dalla società brasiliana Sucocitrico Cutrale, il maggior produttore di arance al mondo, che indicano il raccolto brasiliano al livello più basso degli ultimi sette anni: 286 milioni di scatole di arance, di 41 chili ciascuna; un livello non visto dal 2003.

42-16520690.jpgIl comparto biotecnologico in Italia si presenta solido, strutturato e molto efficiente è rappresentato da 319 aziende di cui 187 totalmente concentrate sulle biotecnologie (“pure-biotech”), e 197 attive nell’area salute (“red-biotech”). E se nel paragone con Danimarca, Francia, Gran Bretagna e Svezia, il biotech puro italiano non brilla ancora per investimenti in R&S, fatturato e numero di addetti, dal punto di vista del rapporto fatturato per addetto risulta molto più efficiente. Si sconta anche il ritardo rispetto ai competitor: il biotech Made in Italy si conferma giovane: la maggior parte delle imprese è nata tra fine anni ’90 e inizio 2000, per lo più come start-up (53%) e spin-off da università (24%). Con il 36% del totale (114), la Lombardia resta la Silicon valley della Penisola, e con Piemonte (39 imprese), Toscana (28), Veneto (25) e Sardegna (23) ospita il 72% delle realtà censite. In particolare, le aziende (“pure-biotech” risultano soprattutto di dimensioni micro (41%, meno di 10 addetti) o piccole (27%, meno di 50 dipendenti). Nel 2009 mostrano una crescita del 4,6% (più della media delle imprese che operano nel settore biotech, 3%) e contano 4.314 addetti (di cui 1.996, quasi la metà, impegnati in R&S), un fatturato superiore a 1,2 miliardi di euro e investimenti in R&S pari al 28% dei ricavi. A trainare il comparto sono le “red-biotech”, cioè dedicate alla la cura della salute, anche se una su 5 (20%) ha attività nei comparti “green” (agro-alimentare, 13%) e “white” (industriale, 7%). Si comincia a investire anche nelle nanobiotecnologie (100 milioni di euro in R&S), che in futuro potranno giocare un ruolo veramente importante con obiettivi ambiziosi soprattutto sul fronte medico-scientifico. Le “red-biotech” contano inoltre 69 prodotti agli screening di laboratorio e un totale di 233 in sviluppo: 89 in stadio preclinico e 144 già ai test sull’uomo (36 in fase clinica I, 62 in fase II e 46 in fase III). Quindici aziende attive in Italia hanno almeno una designazione di farmaco orfano, per un totale di 31 prodotti e quanto a specializzazione delle pubblicazioni, il biotech italiano percentualmente è primo in assoluto. Fonte: Rapporto Ernst & Young-Assobiotec 2010 (su dati 2009).

malaysia-spas.jpgLa Malesia sta diventando una delle destinazioni più richieste in Asia per il settore del benessere. Secondo un’indagine condotta da Intelligent Spas, le Spa in Malesia sono cresciute del 200% dal 2002 ad oggi. La Malesia dispone oggi di più di 170 Spa e centri benessere che, entro il 2011, diventeranno 250 per poter stare al passo con l’aumento dei turisti. Gli stranieri, infatti, hanno segnato una crescita del 7,2% a livello globale nel 2009 e del 19 dall’Italia. In questi ultimi anni sono stati inaugurati numerosi centri benessere anche all’interno dei più moderni ed esclusivi resort in particolare a Langkawi, una meta molto amata dagli italiani, Penang e Kuala Lumpur. È ricco il bouquet di proposte dell’industria termale malese. La formula più comune è la Day Spa, simile ai saloni di bellezza, ma è molto richiesta anche la destination Spa è, che prevede la presenza di un centro benessere all’interno di un resort. La Medical Spa o medi Spa, che sta acquistando sempre maggior popolarità anche in questo territorio. Considerata la “Migliore Spa in Malesia” secondo SpaFinder 2009, la Chi Spa al Shangri-La’s Tanjung Aru Resort & Spa dispone di un villaggio termale indipendente che si estende su un’isola collegata al resort da un pontile privato.

Automobili Lamborghini and the City of Bologna ready for Expo Shanghai 2010.jpgAutomobili Lamborghini sono main sponsor dello stand della città di Bologna all’Expo Shanghai 2010. Tra le vetture esposte da Lamborghini, la principale attrazione sarà la nuova Gallardo LP 570-4 Superleggera, ultima nata nella famiglia di vetture supersportive famose nel mondo. La Gallardo LP 570-4 Superleggera sarà esposta su una pedana rotante in una delle sei aree tematiche in cui è articolato lo stand della città felsinea, come simbolo della creatività e dell’innovazione tecnologica di Bologna. Automobili Lamborghini partecipa all’Expo Shanghai 2010 per far crescere ancora la sua notorietà presso il pubblico cinese, che ha già dimostrato di apprezzare molto il marchio del Toro. La presenza di Lamborghini in Cina è già notevole. Nel mercato automobilistico cinese, in piena espansione, si sta affermando una passione per le vetture supersportive che ha permesso a Lamborghini di raggiungere volumi di vendita senza precedenti. Nel 2009, Lamborghini ha consegnato nella Repubblica Popolare Cinese 80 auto nuove, registrando un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. Il primo trimestre del 2010 ha dimostrato un’ulteriore importante crescita Alle sei concessionarie a Guangzhou, Shanghai, Pechino, Chengdu, Hangzhou e Hong Kong, questo mese si è aggiunta la settima concessionarie a Shenzhen mentre a Xiamen sarà aperta a breve. Una presenza eccezionale al “2010 Beijing Auto Show” e il lancio della Murciélago LP 670-4 SuperVeloce China Limited Edition, realizzata esclusivamente per il mercato cinese, posizionano Automobili Lamborghini in pole position sul mercato cinese.

42-22206404.jpgLo Stato italiano ha ricavato dalle stazioni di servizio in maniera indiretta negli ultimi quattro anni e mezzo circa 3,8 miliardi di euro. Si tratta di un extragettito “silente” di tutto rispetto, che comprende quanto incassato dall’erario nel periodo gennaio 2006 e aprile 2010 da Iva (per 2,7 miliardi di euro) e accise sul prezzo alla pompa (per 1,1 miliardo di euro). Ma come si è arrivati a questa stima? Sono stati presi come riferimento i prezzi medi applicati alla pompa nel 2005, dopodiché sono stati aggiunti gli aumenti di prezzo registrati in questi ultimi quattro anni e mezzo sui consumi effettivamente rilevati in questo periodo, dimensionando così anche il peso delle maggiori entrate registrate dall’Iva e dalle accise. Il prezzo del gasolio per autotrazione, ad esempio, è passato da poco più di 1,107 euro al litro (media 2005) agli attuali 1,248 euro. L’aumento registrato è stato pari al + 12,7%. Questa situazione ha fatto sì che, in media, nel 2005 lo Stato incassasse 0,185 euro di Iva per ogni litro; oggi, dopo l’impennata dei prezzi, ben 0,208 euro. Molto simile la situazione registrata per la benzina: nel 2005 il prezzo medio alla pompa era di 1,219 euro, oggi costa circa 1,405. L’aumento registrato è stato del +15,3%. Quindi, se nel 2005 lo Stato incassava 0,203 euro al litro di Iva, oggi, dopo l’aumento dei prezzi, gliene spettano 0,234 euro. Anche le accise, hanno subito lievi aumenti. Sempre nel periodo considerato, l’accisa sul gasolio è passata da 0,411 euro al litro agli attuali 0,423 euro, mentre quella sulla benzina è salita da 0,563 agli odierni 0,564 euro al litro. Fonte: Ufficio studi della Cgia di Mestre.

Scritto: da LuisB


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